Tuesday, September 16, 2014

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Links to Web Magazine Reviews - Rossini Opera Festival 2012 - Recensioni per il sito web "Amadeusonline"


www.amadeusonline.net/recensioni-spettacoli/2012/ciro-in-babilonia-a-pesaro
www.amadeusonline.net/recensioni-spettacoli/2012/sempre-accolta-con-entusiasmo-la-matilde-di-martone
www.amadeusonline.net/recensioni-spettacoli/2012/il-signor-bruschino-convince-a-metagrave

Pesaro, 13 Agosto 2012
 Il Ciro in Babilonia va in scena al Rossini Opera Festival, alla sua 33° edizione. I cantanti sono dei due colori del dramma: il bianco e il nero. E’ come se il grigio si fosse posato su di loro e si fosse diviso in due. Paragonato a loro, alle passioni, ai desideri e rancori, il grigio è inanimato come il deserto e la pietra.
In questo paesaggio, gli spettatori si fondono con gli attori, nell’effetto di una sala cinematografica dove è rappresentato un film muto anni ‘20. La scenografia in 3D, quindi proiettata sulle pareti e le fantasie dell’epoca sono state pensate e realizzate dal gruppo D-WOK esperti in comunicazione multipiattaforma, le scene e le luci sono state progettate funzionalmente da Nicolas Bovey,  Prima opera seria messa in scena da Rossini ventenne, fu scritta per la quaresima del 1812  e rappresentata quell’anno nel Teatro Comunale di Ferrara.
L’opera fu un fiasco, forse perchè il librettista Aventi, tutto sommato un dilettante, cercò in tutti i modi di avvicinare al gusto degli spettatori la vicenda dell’Antico Testamento, aggiungendo scene di pathos amoroso e drammatico tramite l’uso di lunghissimi recitativi.
Ultima opera ancora non realizzata dal Festival del grande compositore, non possedeva ancora il tradizionale testo critico realizzato su misura. Ora felicemente edito, vi appare uno scritto di Ewa Podles, i disegni nei figurini del costumista Falaschi, scritti di Bruno Cagli, Daniele Carnini e Ilaria Narici.
Nelle prime pagine compare il divertente aneddoto  che racconta di come Rossini abbia scritto una piccola aria adattandola alla cantante secondaria piuttosto stonata, oltre che brutta, alla quale riusciva intonata una sola nota: il si bemolle. Proprio per questo, l’aria fu cantata bene e la cantante fu molto applaudita.
L’orchestra  del Teatro Comunale di Bologna  è diretta in modo forse troppo rigido da Will Crutchfield, conosciuto per essere il Direttore del Caramoor International Music Festival, (Stato di NY)
Il regista Davide Livermore con questo spettacolo ci butta dentro alla matrioska della realtà teatrale, come in uno specchio magico, facendoci assistere alla rappresentazione di noi stessi, dal di fuori e dal di dentro. Con un tocco di spirito bambino, una sonora nota di ironia e autoironia, ci mostra l’amore travolgente delle sue vette di passione e dei suoi mielosi stagni. E’ facile ricordarsi di questo regista, perché è un’eccellenza creativa del nostro secolo che si è espressa ogni volta causando un boato di sorpresa. Nel marzo 2011 ha portato in scena al Teatro Regio di Torino i Vespri Siciliani, opera sulla quale ricalcava l’Italia di oggi, dominata dai media, ricordando per l’occasione la storia di Falcone e  Borsellino. Durante tutta l’opera hanno brillato i tocchi di genio, dal gusto delicato e per niente invadente.
La stessa meraviglia ci ha lasciato a bocca a aperta per tutto lo spettacolo, per merito dei costumi realizzati da Gialuca Falaschi: l’accostamento vulcanico di una miriade di differenti texture sovrapposte l’una sull’altra, la combinazione dei più svariati stili d’abbigliamento che richiamavano storie vere ed inventate: dai maya, passando per i faraoni dell’Antico Egitto, fino a ricordare la Regina di Cuori di Alice nel paese delle meraviglie della Walt Disney, con l’effetto di sdrammatizzare l’opera, ricondurla con brillante ironia alla favola.
In una cornice del genere: eccentrica, ma in bianco e nero, la direzione del ROF è riuscita a riunire un ventaglio di cantanti di fama indiscussa di tutti i colori dell’arcobaleno.
Il tenore americano Micheal Spyres, nelle veci di Baldassarre, e Jessica Pratt, in Amira, hanno interpretato superbamente i loro ruoli principali. Ewa Podles, monumento al belcanto, arriva al ROF a interpretare la parte di Ciro, dopo una lunga carriera contraltistica. E’ stata applauditissima. Anche i cantanti secondari sono stati ben scelti, lanciati a brillare nel firmamento pesarese: Carmen Romeu da poco uscita dall’Accademia Rossiniana e da quella di Santa Cecilia, ha svolto il ruolo di Argene. Mirco Palazzi, Robert McPherson, Daniele Costantini, tutti hanno dato il meglio ed hanno tenuto il livello generale dell’opera veramente alto.
















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